Cerca

Articolo

Cultura e società

"Acquista in anticipo. E poi rilassati". Cosa vuole dirci davvero Amazon?

Alcune settimane fa è partita la campagna di Amazon per il “Black Friday anticipato”, nonostante la sua apparente innocenza, l'iniziativa merita un'accurata riflessione.

Andando sul sito di Amazon, nota piattaforma di acquisti online mi sono imbattuto in queste interessanti parole: “Acquista in anticipo. E poi rilassati”. All’inizio mi sono chiesto: che cosa vuol dire “e poi rilassati”? Si tratta di uno slogan pubblicitario che richiederebbe una spiegazione.

È probabile che il noto sociologo Zygmunt Bauman, che ha studiato a fondo i meccanismi della società consumista, risponderebbe in questo modo: senza aver acquistato, senza aver consumato, non è in alcun modo possibile rilassarsi. Prima dell'acquisto l’umore del consumatore è dominato dalla paura e dall’agitazione, sentimenti a cui, secondo le logiche correnti, solo il consumo può porre rimedio, consentendo dunque all’individuo di rilassarsi.

Da dove nascerebbe l’esigenza di "acquistare in anticipo", come ancora Amazon ci suggerisce di fare? Anche qui Bauman può risponderci in maniera esaustiva. Nel clima di incertezza e di instabilità che caratterizza la società dei consumatori, anticipare le mode “promette di offrire una chance di sicurezza, di certezza e di certezza di sicurezza, ossia proprio del tipo di esperienza di cui la vita di consumo è più palesemente e penosamente priva, pur essendo guidata dal desiderio di acquisirla” (Z.B., Consumo, dunque sono, p. 104).

Dunque il consumatore è spinto ad acquistare e consumare per ottenere una sensazione di certezza e sicurezza, ma certezza di che cosa?

Per capirlo è importante sottolineare come, sempre per Bauman, il consumatore della società liquida viva in un costante clima di timore e angoscia, sentimento che le campagne pubblicitarie sanno sfruttare sapientemente a loro favore.

Questa paura deriva dal timore di essere "esclusi". Non è certo una novità che, con la fine della società fordista e produttivista, le masse si sono lentamente trasformate in agglomerati di individui scollati l’uno dall’altro: sono progressivamente scomparsi i legami sociali, producendo un individualismo diffuso. Il soggetto, dunque (scomparse insieme alla modernità le grandi visioni di mondo che gli permettevano di aderire ad una comunità spirituale, oltre che materiale, di cui sentirsi parte) teme l’esclusione, teme di essere emarginato da quello che Bauman definisce “branco”.

Come fa dunque l’individuo a garantirsi il proprio legittimo posto negli “sciami” (ovvero nei gruppi sostituitesi alle “comunità”)? O ancora meglio, come fa l’individuo a ottenere la propria legittimazione come “soggetto compiuto”, cioè come membro legittimo del tessuto sociale?

Secondo Bauman, nella società consumista ciò è possibile solo tramite un perfezionamento e uno sforzo costante in quanto l’individuo è afflitto da ciò che il sociologo chiama “vergogna prometeica”, ossia “l’idea secondo cui nessuno nasce come creatura pienamente umana, e secondo cui occorre fare molte cose per divenire pienamente e veramente umani” (ivi, p.73).

Le nostre scelte di abbigliamento, i nostri acquisti, i prodotti che decidiamo di comprare: ogni consumo è, alla resa dei conti, uno strumento per diventare noi stessi degni di consumo. La scelta di cambiare look tanto quanto quella di curare i nostri social network per apparire “alla moda” è funzionale a legittimarci di fronte alla società. Lo si fa per dimostrare che anche noi siamo “consumatori funzionanti” e possiamo sfuggire al rischio di “esclusione”.

Questo vuol dire che la società consumista, per riprodurre se stessa, per mantenere invariati i rapporti di forza e per soddisfare i prerequisiti sistemici affinché essa funzioni correttamente non utilizza più gli strumenti della “modernità solida”. In altre parole, quello che le società passate facevano (la mercificazione degli individui cui ho accennato sopra) con metodi violenti e coercitivi, oggi le società liquide lo ottengono con il minor grado possibile di violenza. Adesso è l’individuo stesso che sente la necessità di ri-mercificarsi, di rendersi merce gradevole, per scongiurare il rischio di essere escluso dal tessuto sociale.

Queste sono dunque le nuove modalità tramite cui la ormai affermata società dei consumi riesce efficacemente a riprodurre se stessa e a contenere il dissenso. Quanto detto può forse far capire meglio il senso profondo delle parole usate dalla campagna pubblicitaria di Amazon, che della creazione di nuovi bisogni e desideri per spingere gli individui a consumare è maestra indiscussa.

Data
21 Novembre 2020
Articolo di
Davide Amato

Davide Amato

TAG
amazon, bauman, black friday, consumismo

Iscriviti
alla newsletter!

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy

Davide Amato

Davide Amato

Studente di filosofia all'Università di Catania, nasco ad Agrigento, città di Empedocle e Pirandello. Da buon appassionato di Hegel e Marx, rimango un sincero rompiscatole per tutti i fedeli del…

Commenti

Rispondi Cancella

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome
Hai inserito un indirizzo email non valido
Inserisci il tuo indirizzo email

Articoli correlati

Dal mondo

In una Francia spaccata, che economia vogliono destra e sinistra?

Le idee dei partiti al tramonto dell'era Macron

29 Luglio 2024   |   Letizia Molinari

Teoria e pensiero economico

L'economia neoclassica nelle università: il dibattito

20 Maggio 2024   |   Redazione Kritica Economica

Teoria e pensiero economico

No room for pluralism

Carving out niches to survive or promoting a paradigm shift?

20 Maggio 2024   |   Steve Keen

Teoria e pensiero economico

Non c'è spazio per il pluralismo

Ritagliarsi nicchie per sopravvivere o promuovere un cambio di paradigma?

20 Maggio 2024   |   Steve Keen

Analisi

Perché l'agro-business ce l'ha con l'Unione europea

L'ira dei trattori contro le regole green. Sullo sfondo lo spettro dell'America Latina

2 Aprile 2024   |   Andrea Taborri

Attualità

La transizione ecologica dell'ex Gkn fra idee e pratica

L'intervento di Dario Salvetti in Sapienza

30 Marzo 2024   |   Dario Salvetti

Dal mondo

Il contropiede del Sud del mondo sulla tassazione internazionale

Cosa cambia con il voto all'Onu

20 Marzo 2024   |   Domenico Viola

Teoria e pensiero economico

Un keynesiano “tecnologico”

L’economia politica di Luigi Pasinetti

29 Febbraio 2024   |   Stefano Lucarelli

Teoria e pensiero economico

Le "vecchie bottiglie" di Keynes

Quale politica di rilancio per evitare la guerra?

16 Febbraio 2024   |   Michele Bee, Raphaël Fèvre

Visualizza più articoli

Rimani in contatto.
Iscriviti alla newsletter!

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy

KriticaEconomica
è completamente indipendente
ed autofinanziata.
Sostienici con una donazione.

Codice IBAN: IT18Y0501803200000016759425

Questo sito è stato realizzato con il supporto di YSI - Young Scholars Initiative, una comunità globale di pensatori critici che finanzia iniziative per il pluralismo nell'economia

Kritica Economica è una rivista indipendente creata da un gruppo di universitari, ricercatori e studiosi di varie estrazioni, appassionati di economia e politica economica.

Contatti
info@kriticaeconomica.com

All Content © Kritica Economica 2022
All Rights Reserved
Design Big Sur

Privacy policy

Facebook Twitter Instagram Youtube Telegram-plane Linkedin-in Envelope